24 SETTEMBRE 2011

 

La lettera di san Paolo ai Filippesi e il Vangelo che abbiamo ascoltato mi hanno suggerito di rileggere con voi due frasi di quell’appunto, diciamo così, di quella lettera che ho scritto e che 30Giorni ha pubblicato.

Leggo la prima frase anche perché Paolo dice: “Tutto posso in Colui che mi dà forza. Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni, il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno, secondo la sua ricchezza con magnificenza in Cristo Gesù”.

La prima frase è questa: “Chiediamo nella preghiera che ci sia anche oggi qualcosa o qualcuno [sono sempre le parole di Paolo: qualcosa o qualcuno] che contenga o trattenga il mistero dell’iniquità.

Chiediamo questo come domanda di miracolo nella preghiera della Santa Messa che è la preghiera di Gesù”. Come mi ha colpito il Papa in Germania quando, lì nel convento degli agostiniani, che era di Lutero, ha detto che l’unità della Chiesa nasce dalla preghera di Gesù e che noi possiamo essere attratti nella preghiera di Gesù, la sua preghiera.

Che conforto, che conforto appoggiarsi nel porsi le nostre povere preghiere, ma sulla preghiera di Gesù.

Chiediamo questo come domanda di miracoli nella preghiera della Santa Messa che è la preghiera di Gesù, e con il Santo Rosario che è la preghiera della mamma di Gesù con i suoi piccoli e poveri, con il Santo Rosario, perché il Santo Rosario è la preghiera dei piccoli, di coloro che per grazia ritornano bambini.

“Se non ritornerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli”, dice Gesù. Il Santo Rosario è forse, anzi senza forse, possiamo dire, è l’espressione più semplice di questa grazia del Signore che dona di ritornare bambini.

E poi la seconda frase che è nel post-scriptum, e anche questa frase… il Papa letteralmente ha detto le stesse cose parlando ai giovani in Germania, quando ha detto per due volte: chi vive in grazia di Dio è santo.

“Noi siamo santi, ha detto, se lasciamo agire in noi la grazia di Dio, se viviamo in grazia di Dio e se lasciamo agire in noi la grazia di Dio”. Così avevo scritto nel mese di giugno:

“Questa lettera sia semplicemente occasione di domanda e di preghiera. Di domanda e di preghiera nel suo nome cioè nella sua grazia”. Come è importante decisivo sempre e soprattutto in certi momenti, vivere e pregare in grazia di Dio.

Ricordate, chi si confessa bene diventa santo, diventa santo, cioè gli è donato, per uno speciale aiuto della grazia, di vivere in grazia di Dio”. Diventa santo, cioè gli è donato di vivere in grazia di Dio.

Così le parole del santo Padre in Germania sono state conforto, uno dei conforti che il Signore ha donato in questi tempi e sono stati aiuto, aiuto per confidare nella preghiera e per chiedere anche a tutti voi, per chiedere anche a tutti voi di pregare così.

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