XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GiacomoMessa

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Figlio mio, tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù.
Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento.

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».


OMELIA

sabato 20 OTTOBRE 2007 [Scarica]

Confortato dalle parole di Paolo a Timoteo – “Carissimo, rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, conosci coloro da cui l’hai appreso e conosci le Sacre Scritture fin dall’infanzia” -, allora, confortato da questo invito di Paolo, vorrei dire due cose su questo evangelo.
Il vangelo che abbiamo letto, questo vangelo è ciò che ha stabilito questa predilezione, così la posso chiamare, tra queste persone: tra Paolo VI, tra don Giussani, tra Giovanni Paolo I e tra me. Questo vangelo, questo vangelo ha stabilito questa predilezione per cui don Giussani ha chiamato Paolo VI “il nostro Paolo VI”, per cui don Giussani, alla sua morte, ha detto: «Io attendevo il Papa, (che sarà Giovanni Paolo I), perché ha viva (?) la percezione della tragedia in cui versa la Chiesa del Signore».
E poi nella stessa intervista, dopo essersi fatto leggere quelle parole di Paolo VI in cui dice: «Io in questi anni mi domando sempre, mi viene sempre alla mente una frase di Gesù: ‘Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?’», aggiunge: «Qui si è stabilita la consonanza tra me e Paolo VI».
In questo vangelo si è stabilita questa comunanza dello spirito, per usare ancora un’espressione di Paolo, tra queste persone, tra Paolo VI, tra Giovanni Paolo I tra don Giussani e anche con me, in questa percezione, in questa percezione di questa frase di Gesù.

Allora, confortato dalle parole di Paolo che dice di rimanere saldi in quello che accade e di cui sei convinto sapendo da chi lo hai appreso e da chi dall’infanzia conosce le Sacre Scritture, io ho voluto dire questa cosa in questo momento in cui, in cui, altra frase di Paolo, “tutti fanno i loro interessi non quelli di Gesù Cristo”.
Tutti fanno i loro interessi e questo è ciò che distingue, distingue nel mondo, la grande distinzione del mondo, perché, come è vero che non ci sono amicizie eterne e non ci sono inimicizie eterne! come è vero, come è vero questo! Non si è realistici se non si tiene presente questo, se non si tiene presente quello che L’imitazione di Cristo descrive in quei termini così tragici: quando l’ho visto ricevere il pane degli angeli: dopo un po’ di tempo l’ho visto mangiare le ghiande dei porci.
E così quello che ho visto mangiare le ghiande dei porci, dopo un istante l’ho visto essere abbracciato dalla misericordia del padre.

Non esistono amicizie eterne e non esistono inimicizie eterne, perché la predilezione di Dio, la predilezione di Dio è di Dio e perché nessuno può essere sicuro di essere fra gli eletti.
Nessuno può essere sicuro se non nella certezza del bambino, oh, quella sì, quella certezza del bambino quando si abbandona nella braccia della madre.
Nessuno può costruirsi, dice il dogma della fede, può costruirsi dentro di sé la certezza di essere fra gli eletti, fra coloro che gridano giorno e notte a Colui che solo, che solo può fare giustizia, a Colui che solo fa giustizia prontamente.

“Ma, e conclude la frase famosa, non esistono amicizie eterne e non esistono inimicizie eterne, ma esistono interessi eterni”. Come è vero questo! E l’uomo è definito dagli interessi, l’uomo è definito dagli interessi che ha. “… Non seguii i loro interessi, dice Paolo, lo scrive nel secondo capitolo della Lettera ai Filippesi, tutti cercano i loro interessi e noi quelli di Gesù Cristo”.
Ma per non cercare il proprio interesse, ma quelli di Gesù Cristo, bisogna che prima, che prima il Signore, Lui, Lui, faccia gli interessi, l’interesse di chi sceglie, di chi ama, di chi predilige.
Non si può, non si può cercare l’interesse di Gesù Cristo se non perché Lui si interessa, perché Lui si interessa.
È come inevitabile cercare il proprio interesse se Gesù Cristo per primo non si interessa, come non si può amare se per primo non si è amati, come non si può riconoscere se per primo Lui, Lui non ci guarda e non si fa riconoscere, così non si possono, non si può trovare…
E non è neppure che uno cerca l’interesse di Gesù Cristo…è che uno si trova dalla parte di Gesù Cristo, perché per pura predilezione così è stato voluto bene, così è stato amato.
E per certo… si cerca il proprio interesse tutte le volte che si commette peccato, tutte le volte che commettiamo il peccato cerchiamo i propri interessi, tutte le volte che ritorniamo o rimaniamo per sua grazia, per sua speciale grazia, dice il concilio di Trento, tutte le volte che rimaniamo per sua speciale grazia, nella sua grazia, allora cerchiamo i suoi interessi. Allora capita di cercare i suoi interessi.
Allora capita che la frase di Gesù sia l’orizzonte della vita: “Quando il Figlio dell’Uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?” Allora capita di domandare di ritornare, di ritornare presto e quando ritorna di trovare tra i suoi eletti, tra coloro che attendono con amore la sua manifestazione, di trovare anche noi, anche i più poveri, anche i più piccoli tra di noi.

E così, e finisco, oggi è la giornata missionaria mondiale. C’è un modo come dire questo, tant’è vero che è diventato in qualche modo, anche a livello pubblico, è diventato come il segno di quali interessi uno cerca, o quale interesse uno per grazia si trova a domandare.
E io vi voglio dire di tenere presente innanzitutto magari facendo l’offerta in questa messa che in parte sarà devoluta per questo, ma voglio dirvi di tener presente come è importante che possiamo inviare 30Giorni a tutti i monasteri di clausura del mondo e a tutti i più grandi missionari del mondo. L’anno scorso io ho chiesto la carità di donare ai monasteri di clausura e ai grandi missionari e con quel gesto di mendicanza abbiamo raccolto 400.000 euro.
Quest’anno dico la stessa cosa, anzi dico che ne abbiamo bisogno di più anche solo per arrivare ai missionari. Ne abbiamo bisogno di più per mandare… ormai se prendete l’ultimo numero di 30Giorni vedete quanta sia la richiesta anche di vescovi e arcivescovi di poter ottenere il libretto Chi prega si salva, dunque per poter mandare gratuitamente avremmo bisogno di più. Che il Signore doni, doni a ciascuno di noi di non cercare il proprio interesse, ma di domandare umilmente, perché si può solo domandare, di domandare umilmente di essere trovati nell’interesse di Gesù Cristo.

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