IV DOMENICA TEMPO ORDINARIO

GiacomoMessa

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnaménto nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

OMELIA (incompleta)

30 gennaio 2009 [Scarica]

Abbiamo iniziato questa messa dopo il gloria con la preghiera in cui si chiedeva al Signore di adorarlo con tutto il cuore e di amare i nostri fratelli nella carità di Cristo.
Di adorarlo con tutto il cuore.
Da quando il papa ha spiegato che cosa vuol dire adorare, essendo una cosa così semplice e così bella, quando faccio il catechismo ai bambini piccoli spiego anch’io e poi domando anche loro che cosa vuol dire adorare.
E ormai credo che anche i più piccoli hanno imparato che adorare vuol dire due cose: vuol dire mettersi mettersi in ginocchio (e questo è il termine che ha spiegato il papa, il termine greco da cui viene adorare) e poi vuol dire mandare un bacio, baciare (questo è il termine latino “ad os” che vuol dire baciare), quindi adorare vuol dire mettersi in ginocchio davanti al tabernacolo e vuol dire mandare un bacio a Gesù presente nel tabernacolo.
E perché questo accada vuol dire mettersi in ginocchio durante la preghiera eucaristica in cui il sacerdote, i sacerdoti consacrano il pane e il vino che diventano così il corpo e il sangue, l’anima e la divinità di Gesù.
Vuol dire mettersi in ginocchio e vuol dire baciare, cioè un gesto umile, semplice, familiare, di affetto verso il tabernacolo.
Questo è… è importante che ai bambini più piccoli, è importante indicare il tabernacolo, ed è importante come poi certe cose ritornano alla mente quando gli anni passano, è importante dire anche ai bambini piccoli di mandare un bacio a Gesù.
E poi chiedevamo nella preghiera di amare i fratelli nella carità di Cristo, nella sua carità, nella sua carità perché non si può volere bene se il Signore non dona di volere bene, se il Signore con la sua grazia, con la sua presenza, con la sua presenza, se il Signore nel nostro cuore non è presente con la sua vita, con la sua grazia, noi non possiamo amare, non possiamo amare con tutto il cuore.
Come è vero che il cuore è la cosa più nostra ed è la cosa meno nostra, secondo la frase stupenda, insuperata, di sant’Agostino: “Che cosa è più tuo di te e che cosa è meno tuo di te”.
È così nostro che siamo noi, ed è così non nostro che non lo possiamo commuovere noi, non lo possiamo destare noi, che non lo possiamo commuovere, proprio commuovere, noi di amare, di amare i nostri fratelli nella carità di Cristo. Questa carità, la sua carità, la carità di Cristo che rende possibile, rende facile la sua carità e rende possibile ciò che è impossibile agli uomini, rende possibile amare i nostri fratelli.
La sua carità è quello, per dire ancora con sant’Agostino, che distingue i figli di Dio dai figli di satana. Solo la sua carità, solo la sua carità.
Agostino ha una predica bellissima, anche drammatica possiamo dire, su questo quando dice: “Tutti dicono amen in chiesa, eppure non è l’amen che distingue i figli di Dio dai figli di satana”. Ciò che distingue i figli di Dio dai figli di satana, qui in chiesa, ciò che distingue chi è in grazia di Dio e chi è in peccato mortale è solo la grazia di Dio, è solo la carità di Cristo.

Chiediamo alla Madonna, lei che dall’inizio della sua piccola esistenza di creatura, umile creatura, lei ha vissuto in pienezza la carità di suo Figlio, ha ricevuto in pienezza la carità di Colui che sarebbe stato suo Figlio, carne della sua carne, sangue del suo sangue, di Colui che per questa carità, per donare innanzitutto a lei e poi per donare a tutti coloro che Lui vuole salvare, a tutti salvare, per donare la carità, per donarla quindi a tutti, perché è morto per tutti, per donare la carità a Maria e poi a tutti quelli a cui dona la carità, a Lui che è morto sulla croce ed è risorto, chiediamo alla Madonna che preghi, perché doni anche a noi la carità.

Viviamo in un mondo, viviamo in un mondo in cui la speranza rinasce quando si vede la carità, in cui le parole dicono così poco o nulla, ma quando si vede….