Epifania del Signore

GiacomoMessa

Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.


OMELIA Epifania del Signore

mercoledì 6 GENNAIO 2010 [Scarica]

Celebriamo la manifestazione del Signore, celebriamo in questa festa così cara alla santa Chiesa, celebriamo il suo manifestarsi ai magi dell’Oriente, celebriamo il suo battesimo nel fiume Giordano, celebriamo il primo miracolo a Cana di Galilea.
Così è l’epifania del Signore, alla dolcezza del Natale, quando il cuore di Maria e Giuseppe e poi gli occhi e il cuore dei pastori furono riempiti dallo stupore e dalla dolcezza della sua presenza, di Lui visibile, del Dio invisibile che nascendo da Maria si è reso visibile nella carne mortale come la nostra.
Celebriamo la dolcezza del Natale, la dolcezza del cuore di Maria, lo stupore del suo cuore in quel parto senza violenza, senza sofferenza, senza dolore, celebriamo lo sguardo di Giuseppe e lo sguardo dei pastori al bambino in cui abita nella carne, nella carne che ha preso da Maria, abita in quella carne la pienezza di Dio: “Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero”.

Quella dolcezza del cuore oggi, e come è importante questo, quella dolcezza del cuore oggi, per Maria e per Giuseppe, oggi è donata a tutte le genti, oggi tutte le genti, abbiamo detto nell’orazione di questa mattina, oggi tutte le genti vengono ad adorare il Signore. Oggi l’incontro con quella dolcezza è tutto il mondo, è il mondo intero, per questo oggi, dice la liturgia, si compie ogni profezia, oggi, oggi quella dolcezza è per il mondo, oggi, oggi quel bambino è la salvezza del mondo, oggi le genti, le genti che non hanno né la fede, né la fede religiosa nel Dio unico, oggi le genti sono chiamate a Lui. Oggi le genti in quel bambino si prostrano e invocano.

Che miracolo grande, vedete, quando alla dolcezza del cuore quando alla dolcezza del cuore è unito questo orizzonte, che miracolo grande quando si incontra qualche persona che alla fede ha questo orizzonte del mondo, che comunione, che vicinanza di cuore si stabilisce, che miracolo nella Chiesa quando la dolcezza della fede ha questo orizzonte, perché senza questo orizzonte, senza questo orizzonte non c’è neppure la dolcezza della fede, c’è la nostalgia, c’è il rimpianto, ma non c’è la dolcezza della fede, la dolcezza della fede ha come orizzonte il mondo, la dolcezza della fede ha come orizzonte le genti, la dolcezza della fede ha come orizzonte tutto il mondo, tutto il mondo in cui c’è il potere di Erode che Lo vuole uccidere e in cui ci sono i Magi dell’Oriente, di cui non si dice nulla sulla loro virtù morale e sulla loro fede religiosa, ma i Magi dell’Oriente che lo riconoscono.

La dolcezza della fede ha questo orizzonte, come Gesù stesso ci ha insegnato nel Padre Nostro, ha insegnato che il suo nome, che il suo regno, che la sua volontà sia fatta in cielo, in cielo cioè nel cuore di Maria e di Giuseppe e nel cuore di chi per grazia lo riconosce, in cielo e sulla terra, sulla terra come, come il miracolo grande quando avviene, quando avviene che la dolcezza della fede diventa per miracolo… oggi si celebra il primo miracolo, senza i miracoli, senza i miracoli non possono esserci né la dolcezza del cuore, né l’orizzonte del mondo che lo riconosce.

Così in questo giorno, in questo giorno chiediamo al Signore che accompagni la sua Chiesa con i miracoli che attirano il cuore a Lui.
Te sequemur, thahe nos, ti desideriamo seguire, attiraci.
Che attiri il cuore a Lui e che abbia come orizzonte visibile, come orizzonte visibile le genti, che le genti sono per Gesù Cristo.