Cristo Re

GiacomoMessa

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».


OMELIA

sabato 22 NOVEMBRE 2008 [Scarica]

Questa domenica si conclude l’anno della Chiesa, l’anno della liturgia della Chiesa, domenica prossima inizierà il tempo dell’avvento. Conclude guardando a Gesù, Re del Cielo e della Terra, si conclude con questa preghiera: di essere anche noi tra coloro che sono benedetti dal Padre.
Come è bello l’inizio di questo Vangelo: “Venite, benedetti dal Padre mio”. Perché l’inizio è questa benedizione, “venite benedetti dal padre mio”, di essere trovati anche noi, nel momento della nostra morte e poi quando il Signore tornerà a giudicare tutti i popoli, di trovarci tra coloro che sono benedetti, tra coloro che sono stati benedetti dal Padre, (“Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre che mi ha mandato”), di essere trovati fra questi suoi piccoli, i più piccoli dei suoi fratelli.

Così al termine della Messa, dopo la comunione, faremo l’esposizione dell’Eucaristia e reciteremo la preghiera di consacrazione del genere umano al cuore di Gesù.
Questa preghiera così bella di papa Pio XI, quando ha stabilito nell’Anno Santo del 1925, ha stabilito che si celebrasse questa festa di Cristo Re. La preghiera alla sua presenza, a Lui presente realmente, vero Dio e vero uomo.
In quell’Ostia consacrata sei presente, Gesù mio, vero Dio e vero uomo, nostro amabile salvatore.
A Lui presente ripetiamo la preghiera che Lui stesso ci ha insegnato: Venga il tuo regno, come in cielo così in terra. Come queste parole che concludono la prima parte del Padre nostro come sono care, come sono di conforto al mio cuore! “Come in cielo così in terra”.

Chiediamo quello che ha insegnato Lui, ha insegnato Lui a chiedere il suo regno, il suo regno come è riconosciuto in Paradiso dagli angeli e dai santi, innanzi tutto da sua Madre, da colei che gli ha dato la sua umanità, come Re, così anche sulla terra sia riconosciuto, anche sulla terra, prima dell’ultimo giorno, prima del suo trionfo glorioso, prima del suo ritorno anche sulla terra, in questo breve tempo che ci separa dalla sua risurrezione al suo ritorno, in questo breve tempo, anche sulla terra dal nostro povero cuore e dal cuore degli uomini di questo mondo sia riconosciuto.
Lo attende, lo attende, il mondo lo attende.
Certe volte sembra che lo attenda più il mondo che non i suoi, il mondo attende che qui in terra Lui, Gesù Cristo, sia riconosciuto.