XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GiacomoMessaDal Vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».


OMELIA

giovedì 19 giugno 2010 [Scarica]

Da allora, da quando, come viene descritto nel Vangelo di Luca, da quando Gesù pone questa domanda: “Le folle chi dicono che io sia?”, e poi: “Ma voi, voi chi dite che io sia?”, questa distinzione tra le “folle” e “voi”, questa distinzione attraversa e in fondo è l’unica distinzione reale, che non è separazione, che non è possesso di un dono che non si può possedere perché è grazia di ogni istante, gratia facit fidem, la grazia fa, crea la fede.
Ma comunque questa distinzione attraversa e ci sono dei momenti, dei momenti nella storia della Chiesa in cui questa distinzione è così evidente ed è realmente come diceva Paolo nella lettera che abbiamo ascoltato, ed è realmente l’unica cosa che avvicina o non avvicina: “Quanti siete battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo, non c’è più né giudeo, né greco…”, vi siete rivestiti di Cristo. Come è evidente in questo momento, come è evidente che l’unica vicinanza tra noi è chi è in grazia di Dio. Chi, battezzato in Cristo, si riveste di Cristo. Il rivestirsi di Cristo nella vita vuol dire essere in grazia di Dio.

C’è un discorso bellissimo di sant’Agostino ai neofiti, coloro che erano stati battezzati … otto giorni dopo la Pasqua, in cui Agostino dice: voi che siete stati battezzati in Cristo, e poi esprime tutta la tenerezza di lui padre, vescovo, verso questi figli nuovi della Chiesa, “voi che siete stati battezzati in Cristo fate sì che nella vita rimaniate rivestiti di Cristo”. È solo la grazia di Dio, è solo essere in grazia di Dio che facilita. Tutte le altre cose come sono lontane, come sono lontane, tutte le altre cose… è vicino chi, nell’istante presente è in grazia di Dio, ed è lontano chi nell’istante presente non è in grazia di Dio.

Ci sono dei momenti nella vita della Chiesa, nella storia della Chiesa in cui rimane solo questa vicinanza, la vicinanza di chi è in grazia di Dio. Come tutte le altre pur buone possibilità sono distanti, e rimane solo la vicinanza di chi nel momento è in grazia di Dio. E questa grazia di Dio, questa grazia di Dio prega, perfice in nobis gratiam tuam, dice la preghiera della messa della liturgia ambrosiana: la tua grazia preghi in noi. E la grazia di Dio, e la grazia di Dio è la carità, è la carità che ha come suo traboccare l’amore verso i figli ed è la carità che ha come vertice l’offerta della propria vita al Signore nella santa Chiesa. È questo che rende vicini, è questo che rende vicini anche se si è lontano centinaia, migliaia di chilometri.
È l’essere in grazia di Dio, la grazia in fondo si esprime come preghiera e si esprime come carità. Questa fede che vive nella carità si esprime innanzitutto come preghiera e si esprime poi come dono che alla preghiera dell’umile risponde, come dono che alla preghiera del pubblicano risponde, di rinnovare e di essere pieno di questa grazia, della pienezza di questa grazia. ….. si rinnova la memoria della sua passione …. Il cuore chiede i miracoli questo ci rende vicino.

Così che i bambini che hanno fatto la comunione sono le persone più vicine perché hanno la grazia di Dio e anche le loro piccole mancanze confessandosi viene rinnovata la sovrabbondanza della grazia di Dio.

Non c’è più né giudeo né greco né schiavo né libero né maschio né femmina, perché tutti voi siete uno, uno in Cristo Gesù, la sua grazia, la sua presenza rende uno, non solo vicini, rende uno, uno in Cristo Gesù.