Santa Teresina del Bambin Gesù

GiacomoMessa

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.


OMELIA

sabato 16 GENNAIO 2010 [Scarica]

Oggi sono cento anni del miracolo di santa Teresina di Gesù Bambino, miracolo per cui è stata fatta beata.

Adesso vi viene distribuito un volantino con la descrizione di questo miracolo che poi leggeremo insieme.

È stato per me un conforto ieri sera accorgermi di questa coincidenza. Io avevo saputo di questo miracolo nel mese di ottobre quando ho invitato tutti voi a raccogliere le offerte di carità per continuare a mandare 30Giorni, in particolare il libretto Chi prega si salva, in tutte le lingue, in tutto il mondo, in tutta la Chiesa, e ho affidato quest’opera di carità, abbiamo affidato quest’opera di carità, a santa Teresina di Gesù Bambino. Sono stato proprio contento di scoprire che oggi è l’anniversario, cento anni fa, il 16 gennaio 1910, oggi è il 16 gennaio 2010, è l’anniversario di questo miracolo in cui Teresina compie un miracolo e in cui compie la promessa che aveva fatto prima di morire quando aveva detto alle sue sorelle: “Se la mia piccola via non è sicura, ve lo dirò, se è sicura ve lo farò sapere”. Così leggo la lettera che la priora del monastero di Gallipoli, dove è accaduto il miracolo, poi il miracolo ha coinvolto lei, scrive alla priora del monastero di Lisieux, che era la sorella di Teresa, una delle sorelle di Teresa.

«La notte precedente il giorno del 16 gennaio del corrente anno, la passai un po’ male con delle sofferenze fisiche; suonavano le tre ore, e quasi spossata, mi sollevai un po’ sul letto come per rinfrescarmi e mi addormentai. Nel sogno stesso mi sembrò di sentirmi toccare da una mano che tirando su la coperta mi copriva con amorevolezza. Credetti che una suora mia fosse venuta a prestarmi la carità, e senza aprire gli occhi dissi: “Lasciami, non mi sventolare, vado [sono] tutta sudata, questa non è cosa buona, sento proprio mancarmi la vita”. Allora una voce sconosciuta mi disse: “No, figlia mia, è cosa buona né ti leva la vita”. E continuando a coprirmi e sorridendo proseguì: Senti, il Signore si serve dei Celesti come dei terrestri, queste sono lire 500 con le quali pagherai il debito di comunità”. E avendole io risposto che il debito di comunità era di lire 300 riprese: “Vuol dire che le altre resteranno in più, intanto tu non puoi tenerle in cella, vieni con me”. Io senza rispondere pensavo: “Come faccio a levarmi tutta sudata?”.

E immediatamente penetrando nel mio pensiero soggiunse sorridendo: “Succederà la bilocazione”. E già mi trovai fuori cella in compagnia di una giovane suora carmelitana, dalle cui vesti e dal cui velo traspariva una luce di Paradiso che ci serviva di scorta. Mi condusse giù, nella stanza della Ruota [la Ruota, c’è la Ruota in tutti i monasteri di clausura, per far passare dall’esterno all’interno le cose], mi fece aprire una cassettina ove vi era la nota del debito di comunità e mi consegnò le 500 lire. Io la guardai con gioconda meraviglia e mi prostrai in atto di ringraziarla dicendole: “Santa Madre mia!!”. Ma sollevandomi e accarezzandomi con affetto riprese: “No, figlia mia, non sono la nostra Santa Madre, sono invece, la serva di Dio suor Teresa di Lisieux…! Oggi festa in cielo, festa in terra…! Essendo il Nome di Gesù!” [il nome di Gesù credo che nella liturgia romana antica si celebrava la seconda domenica dell’anno, quindi… o la terza domenica, credo la terza domenica perché era il 16]. Io commossa, sbalordita, né sapendo che dire, più col cuore che con le labbra dissi: Mamma mia! Queste continue violenze… né potetti più proseguire!. Allora la celeste suora posandomi la mano sul mio velo come per aggiustarlo e con una carezza fraterna si allontanava lentamente. Aspettate, le dissi io, potreste sbagliare la via. E con un sorriso angelico mi rispose: “No, no figlia mia, la mia via è sicura, né l’ho sbagliata!”.

Mi svegliai, mi sentivo un po’ troppo affiacchita, ma facendo forza mi levai, andai al Coro, alla santa Comunione ecc… Le suore mi guardavano e vedendomi mal ridotta, volevano assolutamente chiamare il medico. Passai dalla sagrestia e trovando le due sagrestane che assolutamente volevano farmi andare a letto e chiamare il medico, per evitare tutto questo dissi loro che l’impressione d’un sogno mi aveva un po’ scossa, e lo raccontai loro con tutta ingenuità. Queste due suore mi obbligavano d’andare ad aprire la cassettina, ma io risposi loro che non bisogna dar credenza ai sogni essendo anche peccato. Ma la loro insistenza fu tale che per pura compiacenza andai alla Ruota, aprii la cassettina e… trovai realmente la somma miracolosa di lire. 500!
Lascio alla sua considerazione il resto!!»

Lettera di madre Carmela a madre Agnese
Gallipoli, 25 febbraio 1910

Che il Signore doni a tutta la sua Chiesa, doni al Papa che citando espressioni così belle di Paolo VI ha detto che questa vuole essere la linea del Papa: di porre la confidenza in Gesù Cristo. La piccola via è porre la confidenza nel Signore, la piccola via di santa Teresina.

Chiediamo che doni, che doni la confidenza, il miracolo della confidenza che compie miracoli. Quando il Signore dona la confidenza del cuore, la confidenza, dono suo, miracolo suo, compie anche i miracoli, anche i miracoli più materiali, come quello per cui Teresina è diventata beata. Così la ringraziamo per il piccolo miracolo che ha compiuto tra di noi e la preghiamo perché tocchi il cuore di ciascuno perché a questo miracolo, così caro al Signore, ciascuno possa dare la sua offerta.