XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GiacomoMessaDal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».


OMELIA

sabato 6 settembre 2008 [Scarica]

Sono grato al Signore che ha ricondotto tutto quello che nella vita a uno è chiesto, a ciascuno di noi è chiesto, l’ha ricondotto con evidenza, con evidenza vicina e cara, alla preghiera.
Chi prega si salva, come il Vangelo di oggi così conclude: chi domanda, chi prega. E l’ha ricondotto, come anche il Vangelo di oggi accenna, l’ha ricondotto alla preghiera più umile, a quella che durante il cammino è più necessaria, durante il cammino della vita la preghiera più necessaria è il sacramento della confessione, la preghiera, la preghiera è necessaria, è necessaria per la salvezza. Non che l’elezione di Dio non dipenda neppure dalla nostra preghiera, ma quando Dio sceglie, quando la sua Grazia gratuitamente sceglie, quando la sua Grazia gratuitamente attira a sé, il permanere in questa attrattiva, il riconoscere questa attrattiva e il permanere nella sua Grazia, vive come preghiera, vive come domanda.
Matteo, quando è stato chiamato da Gesù, non domandava di essere chiamato, ma quando Gesù lo ha guardato e gli ha detto “seguimi“, da quell’istante, da quando Matteo si è alzato e l’ha seguito, da quell’istante quell’attrattiva viveva come domanda, come domanda che quella attrattiva si rinnovasse in ogni istante, così la Grazia vive nel nostro cuore come preghiera, la Grazia rimane nel nostro cuore come preghiera e come, come, ripeto, la preghiera più necessaria per coloro che sono in cammino, per coloro, per coloro che vanno verso il Paradiso, la preghiera più necessaria è il sacramento della confessione, così che io sono grato al Signore di quella, di quella, come dire, di quella scoperta o di quella evidenza, che tante volte ho detto anche a voi, che chi si confessa bene diventa santo.
Chi si confessa bene, nel momento che il Signore stabilisce, diventa santo.
C’è quell’attrattiva, l’attrattiva Sua, di Gesù, diventa più vicina, diventa più familiare, diventa più cara, familiaris … stupenda…, e la sua familiarità, dice l’Imitazione di Cristo, la familiarità di Gesù diventa la cosa più stupenda della vita.
Così queste due cose, chi prega si salva e chi si confessa bene, chi si confessa bene, rimane nella sua Grazia, chi si confessa bene cresce nell’amicizia di Gesù.
Come è bella l’ultima parola del Vangelo di oggi: “Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà”.
Perché il mettersi d’accordo non dipende da chi si mette d’accordo, se la preghiera, se la stessa preghiera nasce dal cuore, se la preghiera nasce dalla carità, allora è evidente che è presente il Signore, infatti aggiunge: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono lì in mezzo a loro”.
Quando il Signore dona di domandare la stessa cosa, quando il Signore dona di domandare la stessa cosa, qualunque sia questa cosa, vuol dire che il Signore, che il Signore ha stabilito di ascoltare. Non si può domandare la stessa cosa se non nella carità, se Lui non dona di domandare la stessa cosa, perché la carità, la carità è da Dio.

Chiediamo al Signore, chiediamo alla Madonna, in questi giorni in cui ci sono le sue feste, alcune delle sue feste più belle, lunedì è la nascita della Madonna, venerdì è il nome di Maria, venerdì l’altro, il quindici, sono i dolori della Madonna, ma poi sabato accennerò a queste feste…
Dice san Paolo: “La carità non fa alcun male al prossimo”, la carità non fa alcun male al prossimo, chiediamo, chiediamo alla Madonna che sia facile per noi, sia facile per noi, praticare, meglio, riconoscere questa Grazia della carità.
Vedete, volere bene è evidentemente dono di Dio, ma non fare il male è come se anche il cuore dell’uomo, anche il cuore dell’uomo aiuta a non fare il male, a non fare il male al prossimo, è dono di Dio non fare il male, ma il cuore dell’uomo aiuta. Bisogna essere cattivi per fare il male. Per voler bene evidentemente è dono di Dio, evidentemente la carità è da Dio, anche questa carità è da Dio, ma questa carità che è da Dio comunque, comunque ha come, come un aiuto che è nel cuore dell’uomo.
La carità non fa alcun male al prossimo, la carità non fa alcun male al prossimo, il cuore dell’uomo, il cuore di ogni uomo è in qualche modo, è in qualche modo vicino a questo dono di Grazia , e in qualche modo aiuta questo dono di Grazia.

Che la Madonna ci doni, ci doni di sorprendere con gratitudine che la carità, cioè il dono di Dio, il suo dono, non fa alcun male al prossimo.