VI DOMENICA DI PASQUA

GiacomoMessaDal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse [ ai suoi discepoli ]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate»


OMELIA

sabato 12 maggio 2007 [Scarica]

“Se uno mi ama osserverà le mie parole, e il Padre mio lo amerà e Noi riandremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole.”

Come prevale, agli occhi del cuore, questo ‘se uno mi ama’.
Quando Gesù parlava, il Giovedì Santo ai suoi, come era evidente che si trattava di Lui, Gesù: “Se uno mi ama osserverà le mie parole”, e perché fosse evidente che era Lui, che ad amare è Lui, Gesù, ha detto: “Voi senza di me non potete fare niente”. Niente vuol dire che non Lo possiamo neppure amare, vuol dire che sempre, sempre il volergli bene nasce dal suo “per primo”: per primo ci ama, per primo ci vuole bene. Non lo si può amare, non si può amare Gesù se non ci ama, se nel presente non ci vuole bene, se nel presente non è attrattiva per il mio cuore, non dona il cuore, “voi senza di me non potete fare niente”.

“Se uno mi ama, se uno mi ama osserva le mie parole, perché chi non mi ama non osserva le mie parole.” E allora come è di conforto la promessa: “Queste cose vi ho detto quando ero ancora con voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome è Colui che vi consola, è Colui che vi conforta”; perché non si può amare, non si può venire a Gesù se non in questo conforto se non in questa consolazione, se non in questa dolcezza, dulcis hospes animae, dulce refrigerium, dolce ospite dell’anima, dolce ristoro, senza questa dolcezza non Lo si può amare, il Consolatore: “Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto”: Egli ricorderà, se non ce lo ricorda Lui sono parole infondate, sono parole buone anche, ma anche le sue parole sono lettera che uccide; senza il diletto dello Spirito Santo, senza la sua attrattiva, anche le sue parole, non sono l’antica Legge (come il concilio apostolico di Gerusalemme ha detto dando testimonianza della lettera che ha inviato ai credenti che condividono il battesimo), non solo l’antica Legge, ma anche le sue parole sono lontane, anche le sue parole sono lettera che uccide.

È lo Spirito Santo nella sua dolcezza, è la sua dolcezza, c’è la sua vita, c’è il suo conforto, c’è il suo abbraccio, c’è la corrispondenza, la corrispondenza di lui, di lui al nostro cuore di uomini, “se uno mi ama”.

Che lo Spirito del Signore, che lo Spirito di Gesù ci doni, ci doni questo amore, ci doni di volergli bene, ci doni lui che ci ama con il suo amore, doni al nostro povero cuore di volergli bene, così che allora “se uno mi ama osserva le mie parole e noi riandremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.