Sacra Famiglia – S. Stefano

GiacomoMessa

Dal Vangelo secondo Luca

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.


OMELIA Santo Stefano

domenica 26 DICEMBRE 2009 [Scarica]

È una grazia ritrovarci così di frequente in questa basilica a celebrare la messa. Come gli altri sepolcri degli apostoli qui a Roma, questa è la basilica che conserva i resti di Stefano, il primo martire, colui che rappresenta coloro che vengono dal popolo eletto, coloro che vengono dalla circoncisione, e Lorenzo il martire di Roma che rappresenta coloro che vengono dalle genti. Tant’è vero che nell’arco di papa Pelagio, che non è quello che si vede dal presbiterio, insieme a Pietro e a Paolo, insieme a Stefano e Lorenzo, c’è l’immagine di Gerusalemme per indicare coloro che dal popolo eletto, dalla circoncisione, sono chiamati alla fede in Gesù, e poi c’è l’immagine di Betlemme per indicare le genti, coloro che non erano eletti e che per la misericordia sono stati innestati nel popolo eletto, vengono alla fede in Gesù.
Come è bello questo momento, come è bello in questo momento della Chiesa, celebrare in questa basilica la santa messa, dove Stefano riposa insieme a Lorenzo, dov’è Stefano che, con la sua preghiera, con la sua preghiera, ha ottenuto la conversione di Paolo.

Nella storia della Chiesa non c’è, dopo i miracoli di Gesù, dopo la risurrezione del Signore e i miracoli di Gesù, non c’è miracolo più grande di quello che il martirio di Stefano ha ottenuto con la sua preghiera.

Come è bella questa espressione che è un’espressione dell’antico testamento: “Nelle tue mani, Signore, affido il mio spirito”; ma come è stupenda questa aggiunta: “Nelle tue mani, Signore Gesù”: come è dolce questo nome, così che il Signore ha un volto, così che il Signore, a cui si affida l’anima nel momento del morte, ha un volto e un cuore umano: “Signore Gesù, nelle tue mani affido il mio spirito”. E poi morendo Stefano dice: “Signore non imputare loro questo peccato”. Questa preghiera di Stefano ha ottenuto, anni dopo, la conversione di Saulo che era presente a questo martirio.

Come è bello celebrare l’eucaristia in questa chiesa in cui riposa colui che con il suo martirio, con la grazia del suo martirio, il primo martire, con la grazia del suo martirio, ha ottenuto la conversione di Paolo.

Così affidiamo a Stefano, affidiamo a Lorenzo, la Chiesa tutta del Signore e affidiamo a Stefano anche la pace possibile nella terra di Gesù: che ottenga, che il suo martirio a Gerusalemme ottenga il miracolo della pace in quella terra che rimane la terra dove il Figlio di Dio ha camminato, ubi steterunt pedes eius, quella terra che ha calpestato con i suoi piedi l’unigenito Figlio di Dio