VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GiacomoMessaDal Vangelo secondo Matteo

[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:] «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli.
Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché [io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non uccidere"; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.] Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo!
[Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.]
Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, càvalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tàgliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio”; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
[Avete anche inteso che fu detto agli antichi: "Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto]: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. [Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno».]


OMELIA

sabato 12 febbraio 2011 [Scarica]

… quando si acconsente al desiderio cattivo, allora è evidente che occorre un altro piacere ed è bello il versetto del Siracide che abbiamo ascoltato che dice: “Davanti agli uomini sono la vita e la morte, il bene e il male: a ognuno sarà dato secondo ciò che a lui piacerà”.

Come allora occorre un altro piacere, un’altra attrattiva che desti un altro desiderio che desti il desiderio buono. Occorre l’attrattiva della sua grazia perché non vinca il desiderio cattivo. Per non acconsentire al desiderio cattivo occorre un’attrattiva più immediata e più piacevole.

Così Tommaso d’Aquino definisce la carità: la carità è quella attrattiva più immediata e più piacevole del desiderio cattivo.

In questi giorni nel breviario c’è una lettura bellissima che fa parte del primo millennio, che riguardava la stella, che diceva: “Allora domandiamo la carità, domandiamo al Signore questo piacere più immediato e più piacevole, domandiamo al Signore la carità, domandiamola a Colui al quale senza la carità non possiamo piacere, a colui senza del quale non possiamo fare nulla”. Come è bella questa espressione! Domandiamo l’attrattiva della grazia, l’attrattiva della carità a Colui al quale senza questa attrattiva, senza questo volergli bene, senza questo essere attratto da Lui e andare a Lui, volendogli bene, cioè lasciandosi attrarre, senza la carità, nulla (al Signore) piace, a Colui senza del quale, senza della cui presenza, senza la cui attrattiva noi non possiamo fare niente.