SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

GiacomoMessaDal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.


OMELIA

sabato 9 giugno 2007 [Scarica]

Stamattina, nella messa del sabato, c’era una frase dell’arcangelo Raffaele a Tobia e al figlio di Tobia che diceva: “È bene tenere segreti i segreti dei potenti, ma è bene proclamare le opere del Signore.”
“È bene proclamare le opere del Signore”, così nella festa del Corpus Domini, la festa in cui la Chiesa, la sua Chiesa proclama le sue opere. Le proclama davanti a tutti gli uomini, non come il Giovedì Santo. Il Giovedì Santo è come nell’intimità dei suoi, avendo amato i suoi, dice infatti il Vangelo del Giovedì Santo, li amò sino alla fine. Il suoi dodici. E poi il Giovedì Santo c’è la figura di Giuda che lo tradisce, e poi si prepara subito il momento della sua passione, la sua agonia, il suo sudato sangue.

Oggi invece la Chiesa proclama questo dono, il dono che Lui ha lasciato il Giovedì Santo, che è il dono del suo corpo e del suo sangue, il dono della sua presenza, perché non poteva lasciare meno di se stesso essendo lui stesso tutto quello che era venuto a portare, ed era venuto a portare se stesso, niente altro, niente di più, solo se stesso.
Anche rispetto alla antica legge, non aveva aggiunto nulla, aveva detto che i comandamenti di Dio erano i due comandamenti della tradizione. “Amare Dio con tutto il cuore e amare il prossimo come se stessi” lo aveva detto Dio nell’antica legge.
Non ha aggiunto nulla, ha aggiunto se stesso, ha aggiunto se stesso e quindi ha reso possibile tutto, ha aggiunto solo se stesso, ha portato solo se stesso e quindi il Giovedì Santo, lasciando i suoi non poteva che lasciare se stesso, non poteva che lasciare quello che Lui era, quello che Lui aveva portato.
Ma, ripeto, il Giovedì Santo questo, questo è vissuto nell’intimità della sua Chiesa, dei suoi. Oggi, da secoli, dal tredicesimo secolo, dopo il miracolo di Bolsena, oggi da secoli la Chiesa invece, davanti a tutti gli uomini lo proclama.
Ma il verbo proclamare può indicare che fa qualcosa la Chiesa, invece proclamare vuol dire semplicemente che riconosce. La proclamazione della Chiesa è il semplice riconoscimento di quello che Lui ha fatto, di quello che Lui è e di quello che Lui fa. Non aggiungiamo niente, non si aggiunge niente alla sua presenza, non si aggiunge niente a quello che ha compiuto, non si aggiunge niente a quello che compie oggi. Lo riconosciamo, lo riconosciamo davanti agli uomini. “Chi mi avrà riconosciuto davanti agli uomini, davanti al mondo, anch’io lo riconoscerò”, dice Gesù, “anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli.”

Oggi la Chiesa, in questi giorni, giovedì il Papa per le strade di Roma, da san Giovanni a santa Maria Maggiore, così in tutte le chiese sparse nel mondo, in questi giorni Lo si riconosce davanti agli uomini, o meglio si chiede, si chiede che Lui si mostri al nostro povero cuore, si mostri nella dolcezza, nella sua infinita dolcezza al nostro povero cuore.

“Gesù caro vieni a me e il mio cuore unisci a te.”

Egli, dentro questa dolcezza, si mostri al mondo, mostri la sua vittoria al mondo, come dice il Concilio di Trento parlando dell’Eucaristia, mostri al mondo il trionfo della sua passione, mostri al mondo che lui ha vinto e cresce ancora per vincere, mostri al mondo il trionfo della sua vittoria.

Lui, lui, proclamiamo Gesù Cristo.

Tutto quello che abbiamo è Gesù Cristo, tutta la nostra speranza è Gesù Cristo, tutta la possibilità di felicità è abbracciare l’umanità Sua, di Gesù Cristo. Lo portiamo davanti al mondo come Maria e Giuseppe lo portavano, bambino, anche loro, anche loro in mezzo al mondo, lo portiamo proclamando che si manifesti a noi, che si manifesti, si manifesti secondo i disegni della sua bontà che trascende, che supera ogni nostro pensiero e ogni nostro desiderio.

Si manifesti a tutti Lui, Gesù Cristo, il vincitore del peccato e della morte, Lui, Gesù Cristo, il figlio di Maria, il figlio di Dio.