XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GiacomoMessaDal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».


OMELIA

21 luglio 2007 [Scarica]

È bella questa accoglienza di Gesù nella casa di Marta e Maria: questo suo essere ospitato, questo suo essere accolto, questo suo essere servito, guardato e ascoltato.

Nell’antica liturgia ambrosiana questo vangelo di fatto era il vangelo che si leggeva in tutte le feste della Madonna, in tutte le feste della Madonna si leggeva questo vangelo.
Così era evidente che la parte migliore, che l’unica cosa necessaria che Maria aveva scelto, era evidente, se si pensa alla Madonna che era stata prima scelta, prima prediletta, che non era una iniziativa sua questa scelta, che si è trovata, lei si è trovata vicino, più vicino di ogni creatura a questa unica cosa necessaria. Lei si è trovata così vicino a questa cosa, unica cosa necessaria, che aveva preso carne e sangue nel suo ventre, l’aveva portata per nove mesi nel suo ventre, l’aveva partorita questa unica cosa necessaria al cuore dell’uomo con parto stupendo.
Se si pensa alla Madonna è evidente che l’iniziativa, l’iniziativa non era sua. Che le era capitato: “Mi accada secondo quello che hai detto”, che le era accaduta questa cosa, questa cosa, speranza dell’uomo, questa unica cosa necessaria.

Conviene riprendere le parole di Sant’Agostino che mi piacciono tanto perché sono come la descrizione della vita cristiana: “Lui è l’unico, ma non ha voluto essere solo”.
Questa unica cosa necessaria quando abbraccia il cuore abbraccia anche le altre cose. Questa unica cosa necessaria al cuore, è l’unica cosa necessaria al cuore, è l’unica cosa che lo possa realmente e totalmente abbracciare. E quando questa unica cosa necessaria si fa vicina, quando questa unica cosa necessaria si rende vicina al cuore, si rende presente al cuore, allora il cuore può abbracciare, essendo così contento può abbracciare anche le altre cose, non esclude nulla questa unica cosa necessaria, rende possibile, rende possibile abbracciare tutto. Quest’unica cosa necessaria…

Ieri sono stato a Nuova Siri a celebrare la messa dei quattordici anni che è morto don Tommaso, sull’immaginetta (poi all’uscita la potere prendere, soprattutto chi ha conosciuto don Tommaso) sull’immaginetta ho fatto scrivere alcune sue parole scritte quando era già malato, l’ultimo anno e mezzo della sua malattia. E dice: “Perciò ti cerco (parla di Cristo, parla di Gesù Cristo) perciò ti cerco come uno che si è smarrito per via, ti cerco come un bambino, io ti cerco come un bambino cerca la madre che si è allontanata un istante, chiedo la tua presenza al mio cuore. Chiedo la tua presenza al mio cuore. Ricordati, ricordati…”

“Chiedo la tua presenza al mio cuore”, quando questa domanda sgorga dal cuore, vuol dire sull’orizzonte quella presenza già si affaccia, che quella presenza già si avvicina, quindi può sorgere nel cuore la domanda: “Chiedo la tua presenza al mio cuore”, quando la sua presenza è vicina al cuore, al mio povero cuore, quando avvince il mio povero cuore, quando abbraccia il mio povero cuore allora in questa presenza tutto è possibile