Maria SS. Madre di Dio

GiacomoMessa

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.
E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.


OMELIA

sabato 31 DICEMBRE 2009 [Scarica]

Com’è bello il brano dell’apostolo Paolo che abbiamo ascoltato, uno dei brani più cari, più familiari al cuore, al cuore del cristiano.
Come è bello perché dopo, dopo aver detto che Dio mandò il suo Figlio nato da donna, dice che prova che siamo figli è che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida abba, padre.

Prova che siamo figli. Indizio che siamo figli oppure come dire chi è figlio? Si esprime in un’unica parola e si chiama preghiera. La prova di essere figli è che il cuore prega, la prova di essere figli è che Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo, il cuore del suo Figlio e suo Figlio, lo Spirito del Figlio suo prega, anzi è il cuore di Gesù, è la grazia di Gesù, è lo Spirito di Gesù che prega in noi come colui che suscita, che desta, che accompagna, che compie la nostra preghiera, prova che siamo figli è la preghiera, è la preghiera che è dono di Dio che è dono dello Spirito del Figlio suo, è dono della tenerezza del cuore di Dio.

Così gli anni che passano possono essere tutti raccolti, questi decenni che passano, possono essere tutti raccolti innanzi tutto nella frase di sant’Alfonso Maria Liguori, che comunque è forse conosciuta in tante parti del mondo anche per quello che il Signore ci ha donato, chi prega si salva, chi prega si salva: questa è la prima espressione.

Chi prega si salva perché la preghiera è segno, è segno della grazia di Dio, chi prega si salva perché la preghiera è prova che il Signore ha mandato nei cuori lo Spirito del Figlio suo, che il Signore ha donato al nostro cuore la tenerezza del cuore di Gesù, chi prega si salva.

E poi la seconda cosa, la seconda cosa che a me è tanto cara è legata, prima che mi accorgessi, me ne sono accorso solo quest’anno, è legata a un miracolo che da quando è in Paradiso Giussani mi ha fatto: chi si confessa bene diventa santo, perché il vertice della preghiera sono i sacramenti, così come è stabilito, così come il Signore ha stabilito, così come la santa Chiesa comanda, chi si confessa bene diventa santo.

Come è stato bello, il 21 di questo mese, quando il Papa ha detto che la mancanza di pace nel mondo dipende dal fatto che non ci si confessa più. La mancanza di pace nel mondo dipende da questo, dipende dal fatto che non ci si confessa bene, che non ci si confessa bene. E il Papa, citando san Bonaventura, ha detto che la confessione sì è sacramento della Chiesa, ma è come il sacramento dell’umanità stessa perché Dio, dopo il peccato di Adamo, ha dato la penitenza.

Non c’è la pace nel mondo perché non ci si confessa bene e non ci si confessa più. Chi si confessa bene diventa santo.

E poi la terza cosa e poi la terza cosa che mi sembra, mi sembra che il Signore ci conduce ed è come il compimento di questo.
Sant’Agostino dice che summum et totum negotium ecclesiae … che la sola e totalizzante attività nella Città di Dio è porre la speranza nella preghiere, quindi non solo chi prega si salva, non solo chi si confessa bene, ma il Signore ci conduce a porre, a porre nella preghiera la speranza della vita, a porre nella preghiera la speranza così che si possa, per sua grazia, ubbidire a quello che Gesù ha detto, disse una parabola sulla necessità di pregare sempre, l’ha detto Lui, una parabola sulla necessità di pregare sempre.

Così il Signore ci conduce a porre la speranza nella preghiera, come la speranza di tutta la vita, la speranza di tutta la vita è l’umiltà, l’umiltà di ripetere, di ripetere le poche parole della preghiera cristiana, in cui, vedete, la cosa importante non è neppure la nostra domanda, la cosa importante è che risponde il Signore, perché il bambino, il bambino non si preoccupa di come domanda, il bambino è contendo quando la mamma e il papà rispondono.

E così cantiamo il Te, Deum perché è proprio vero che la risposta precede la stessa domanda: molte fiate liberamente al dimandar precorre.