IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GiacomoMessa

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.


OMELIA

sabato 30 GENNAIO 2010 [Scarica]

Abbiamo ascoltato il capitolo 13 della prima lettera di Paolo a Corinti: l’inno alla carità. Quando Paolo, dopo aver esortato a desiderare i carismi più grandi, dice: “Io vi mostro una via più bella di tutte”, e così inizia a parlare della carità, di quella carità senza la quale tutti i doni del Signore, perché avere la fede che trasporta le montagne è un dono del Signore, tutti i doni del Signore sono doni di Dio, ma non portano alla nostra salvezza.

Sant’Agostino commentando i primi versetti di questa lettera, quando Paolo scrive “se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla”, Agostino dice: Paolo non dice che la fede non è nulla, no, la fede che trasporta le montagne è un dono grande, ma io, io non sono nulla senza la carità.

Senza la carità i doni di Dio sono doni che non possono giovare, senza la carità i doni di Dio sono divini, sono doni che Lui dà, ma non possono giovare al cuore dell’uomo, non possono giovare alla salvezza dell’uomo.

Chi muore in peccato mortale, senza la carità, merita l’inferno. È solo la carità, solo la grazia di Dio, accolta e abbracciata dalla libertà dell’uomo, perché questa è la carità, la carità è l’abbraccio, è l’attrattiva Gesù al nostro povero cuore. Solo la carità di Dio, la carità che viene da Lui, solo la carità che abbraccia il nostro povero cuore, solo la carità merita il Paradiso. Solo la carità, cioè la grazia di Dio, accolta e abbracciata dal cuore rende, rende salva la vita, salva la vita .

Così come abbiamo iniziato questa messa dicendo: donaci di amare il nostro prossimo nella carità di Cristo, di Cristo, la carità è da Dio, la carità viene da Dio, la carità è la grazia di Dio, la grazia di Dio che abbraccia il nostro cuore. Come è evidente questo, come è evidente soprattutto passando gli anni, passando gli anni come è evidente che non si vuole bene se non si è in grazia di Dio, non si vuole bene in famiglia, non si vuole bene alla propria moglie e al proprio bambino, non si vuole bene ai figli se non si è in grazia di Dio. È la grazia di Dio che rende possibile il voler bene.

Chiaro che il sentimento umano di per sé è buono perché nasce dal cuore dell’uomo che, pur ferito, rimane buono, ma nel tempo che passa, negli anni che passano è evidente che senza la grazia di Dio non si vuole bene. È la grazia di Dio, è il rimanere in grazia di Dio che rende possibile voler bene. È il rimanere in grazia di Dio, e quando per disgrazia si compie il peccato mortale, è ricorrere al sacramento della confessione, è ritornare in grazia di Dio che rende possibile voler bene.
È di una evidenza, è di una evidenza, proprio negli anni che passano, negli anni che passano è di una evidenza totale che senza la grazia di Dio non si può, non ci si può voler bene, che la carità è il frutto della grazia di Dio, direi che accade quasi senza che uno se ne accorga, perché così è la grazia di Dio, che produce frutti senza che uno se ne accorga, come dice Gesù del Regno di Dio, del seme che cresce, e l’agricoltore, sia che dorma sia che vegli, il seme cresce da sé. Così è rimanere in grazia di Dio, quando si è in grazia di Dio quando si rimane in grazia di Dio, si rimane, si rimane a voler bene senza che uno se ne accorga.

Chiediamo, chiediamo alla Madonna, lei, lei che ha ricevuto la pienezza, la pienezza della carità, piena di grazia, lei che ha ricevuto nel suo cuore, che ha ricevuto nella sua carne la carità infinita di Dio, lei che ha amato il suo Gesù, il suo Gesù con tutta la pienezza di grazia, di carità che lo spirito santo metteva nel suo cuore chiediamo alla Madonna, chiediamo a lei, la Madonna del Divino Amore, cioè della carità di Dio, della carità che viene da Dio chiediamo alla madonna di vivere in grazia di Dio e quindi di vivere nella sua carità.