XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GiacomoMessa

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».


OMELIA

17 novembre 2007 [Scarica]

“Vieni, Signore, a giudicare il mondo.”

Come è bella questa domanda, questa preghiera che abbiamo ripetuto nel salmo! “Vieni, Signore, a giudicare il mondo”, a giudicare il mondo, questo mondo che è tutto posto nella menzogna, come dice l’apostolo prediletto: “Vieni, o Signore, a giudicare il mondo”.
I nostri anni e i nostri giorni vanno verso la fine, … corrigamus nos ad laudem Christi, mentre abbiamo ancora tempo sosteniamoci, confortiamoci nella lode in Cristo, confortiamoci nella lode di Cristo.
La lode di Cristo non è la lode che diamo a Cristo. La lode di Cristo, ad laudem Christi, la lode di Cristo è quello che Cristo, che Gesù Cristo compie e che noi riconosciamo: si loda soltanto riconoscendo, si loda soltanto essendo contenti di riconoscere quello che Lui compie.
Questa è la lode che l’uomo può dare, non può aggiungere nulla, può soltanto essere contento nel vedere quello che il Signore compie. Confortiamoci nella lode di Cristo! Questo conforto da chiedere al Signore, da chiedere nella preghiera, questo conforto come mi è evidente soprattutto in questi anni!

Questo conforto è dato da due cose: è dato dalla gioia del cuore ed è dato dall’orizzonte del cuore.

Mi è stato evidentissimo che se non c’è l’orizzonte del mondo – viene il Signore a giudicare il mondo – vuol dire che non c’è la gioia del cuore. E questo mi colpisce: vuol dire che la fede o anche l’amore al Signore è un problema, ma non è gioia, quando è gioia l’orizzonte è il mondo, quando è gioia l’orizzonte è tutta la Chiesa. Quando è gioia allora l’orizzonte è il mondo. Quando è gioia allora l’orizzonte è tutta la Chiesa.
Questo l’ho capito perché nella storia della Chiesa in fondo Paolo e Teresina hanno detto che preferivano essere lontani da Cristo purché i fratelli fossero stati salvi.
Paolo ha detto per i suoi fratelli ebrei: “Preferisco essere lontano da Cristo perché i miei fratelli, del mio popolo, siano salvati”. Teresina l’ha detto per i poveri peccatori.
Questo è il vertice della santità, il vertice della santità è quando la gloria di Gesù Cristo viene così prima, quando l’orizzonte del mondo, e quindi la gloria, la gloria, il rivelarsi della gloria della sua Chiesa viene così prima che non importa persino la propria anima.

Questo è il vertice della carità, ma questo lo dona il Signore. In fondo nella storia della Chiesa Paolo e Teresina, all’inizio e al termine, sono stati testimoni di questo.
Ma quando il cuore è nella gioia, l’orizzonte non è se stesso, quando il cuore è nella gioia, innanzitutto, innanzitutto è la Chiesa del Signore, innanzitutto è il mondo, è il mondo.
“Vieni, Signore, a giudicare il mondo.” Vieni, Signore, a manifestarti in questo mondo, in questo mondo, a questo mondo.
Quando la fede è grazia, quindi è gioia, quando la fede non è problema, come mi è evidente questo.
Tutte le volte che ho incontrato delle persone che erano contente, che erano contente del Signore, erano contente della fede – mi viene in mente per esempio, mi viene in mente, per non citare Giussani, mi viene in mente la sorella di papa Luciani – quando ho incontrato delle persone che erano contente della grazia della fede, ho incontrato delle persone che capivano cosa stava succedendo nel mondo.

Se la fede è gioia, allora, anche senza leggere il giornale, anche senza essere istruiti da chi magari capisce le cose che i giornali dicono nel nostro tempo, quando la fede è gioia, l’orizzonte è il mondo.
E c’è un conforto, c’è un’amicizia, c’è una vicinanza. Perché il Signore è il Signore del mondo, è il Signore del mondo.
Quando la fede è gioia, l’orizzonte è il mondo.
Così la preghiera, purtroppo è stata tradotta male in italiano la preghiera della messa di oggi.
Ma la preghiera della messa di oggi dice: “Dona, quaesumus, Domine, in tua devotione semper gaudemus”, dona, o Signore, che nell’abbandono a Te, possiamo sempre godere.

Se non si gode nell’abbandono a Lui, ci si ripiega su di sé, se si gode – ma è solo grazia – se si gode della fede, l’orizzonte è il mondo.
Se si gode della fede, l’orizzonte è tutta la Chiesa. Se si gode della fede, ci si avvicina, ci si avvicina, dentro questo godimento, ci si avvicina a quello che Teresina e l’apostolo Paolo dicevano: “Preferisco essere lontano da Gesù perché la sua salvezza si riveli, si riveli in questo mondo”.