2 LUGLIO 2011

 

“Imparate da me che sono mite e umile di cuore”.

Ieri abbiamo celebrato la solennità del Cuore di Gesù, oggi, sabato, è la memoria del cuore di Maria. “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”, a cui il Padre rivela il suo mistero, rivela Gesù: “Ti lodo, o Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”. I piccoli sono coloro che hanno il cuore umile, come il cuore di Gesù, coloro che hanno ricevuto da Lui l’umiltà del cuore. Questa è la grazia, se così si può dire, è la grazia più grande, perché agli umili il Signore dona tutte le sue grazie.

Lunedì era l’anniversario della mia ordinazione sacerdotale, vorrei leggervi le ultime parole del discorso che l’arcivescovo di Milano, il cardinal Colombo, quando mi ha ordinato prete mi ha rivolto, ha rivolto a noi, eravamo settanta ragazzi che diventavano preti, perché mi sembra, mi sembra che racconta l’esperienza di questa grazia, di questa predilezione, per quei piccoli, a coloro che il Signore ha reso e rende piccoli rivela il suo mistero: “La grazia del Signore Gesù, diceva il cardinal Colombo, che ci ha chiamati [parlava con chi stava diventando prete] che ci ha chiamati a fungere in sua persona, nella dispensazione dei doni di Dio, non ci lasci mancare la corroborante esperienza del centuplo di gioia promessa anche in questo mondo”.

Ai piccoli il Signore ha promesso il centuplo della gioia già in questo mondo, a coloro che Lui per sua grazia ha reso e rende piccoli promette e dona il centuplo di gioia già in questo mondo, anche in questo mondo pure in mezzo alle tribolazioni.

Gesù dice il centuplo insieme alle persecuzioni, a quelle persecuzioni che sono anche tribolazioni o possono produrre anche gravi tribolazioni nella vita. “Non ci lasci mancare la corroborante esperienza del centuplo di gioia promessa anche in questo mondo pure in mezzo alle tribolazioni, a coloro che sanno lasciare tutto per seguire da vicino Lui, pastore e guida del popolo di Dio”.

Lui, il Signore, Lui, il pastore, Lui, l’unico pastore, Lui, la guida, Lui, l’unica guida, i buoni pastori sono buoni, come sant’Agostino questa settimana insegnava nel breviario, sono buoni per Lui, perché da sé sarebbero cattivi, se non fosse per Lui, da sé, sarebbero cattivi. “Che sanno lasciare tutto per seguire da vicino Lui, pastore e guida del popolo di Dio.

Questa gioia, il centuplo di questa gioia, è solo il preannuncio di un’altra più piena e più duratura”. Il centuplo di questa gioia è solo il preannuncio del Paradiso, di questa gioia più piena e più duratura, eppure questa gioia qui sulla terra è già così grande, questa gioia qui sulla terra preannuncio e anticipo della gioia del Paradiso, è già così grande che basta a ricompensarci in sovrabbondanza di ogni fatica, rinuncia e affanno trascorso.

Ai piccoli, a coloro cui dona per grazia, per predilezione di essere piccoli, di essere miti e umili di cuore, di non potere avere nessuna confidenza se non in Lui, e il Signore conduce nella vita perché sia evidente che solo in Lui, solo in Lui possiamo porre confidenza.

A questi piccoli a cui dona la grazia di questa confidenza il Signore anticipa questa gioia. Così come non credevo che dopo quarantuno anni queste parole fossero così reali e così vere come mai prima, anche per la mia povera vita.

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