DOMENICA DI PENTECOSTE

GiacomoMessa

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

OMELIA

31 maggio 2009 (Nepi) [Scarica]

Abbiamo ascoltato nella lettura degli Atti degli apostoli che mentre il giorno di Pentecoste stava per finire si trovavano tutti insieme nello stesso luogo e, prima, Luca dice che erano insieme a Maria con gli undici apostoli.

“Venne all’improvviso”, così gli Atti degli apostoli descrivono il dono dello Spirito Santo.
Il dono dello Spirito Santo, Colui che nel Mistero di Dio è l’infinita corrispondenza di amore tra il Padre e il Figlio, tra l’amante e l’amato. Colui che è il godimento di questo infinito amore, Colui che è il godimento di questo infinito dono.
Come è bella questa espressione di sant’Ilario!: “Lo Spirito Santo è il godimento del dono”, del dono del Padre al Figlio, del ricevere da parte del Figlio tutto dal Padre, è il godimento di questo amore, è il godimento di questo dono.
Così anche nelle creature, anche nei suoi, nei suoi discepoli lo Spirito Santo è il godimento della sua presenza. Non si può ringraziare se non si è contenti del dono. Come è bello se ripetiamo, se i bambini magari, che lo hanno imparato per la prima comunione, lo fanno ripetere anche a noi, com’è bello ripetere il Ti adoro: “Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano, conservato in questa notte…”, così nel Ti adoro del mattino. Non si può dire “Ti ringrazio”, non si può dire “Ti ringrazio”, neppure “di avermi creato” se non si è contenti della vita.
E non si può dire “Ti ringrazio di avermi fatto cristiano” se non si è contenti di essere cristiani.
Lo Spirito Santo è il godimento della grazia di Dio. Lo Spirito Santo è il piacere, come tante volte la liturgia, la Chiesa, usano questa parola, è il piacere, il piacere di essere amati da Gesù, il piacere di essere guardati da Gesù, il piacere di essere attirati da Gesù, il piacere di essere portati in braccio, hi qui spiritu Dei aguntur hi filii sunt Dei, coloro che sono portati in braccio dallo Spirito Santo, questi sono figli di Dio.
In questo dono, in questo godimento adesso battezziamo questo bambino, in questo dono e in questo godimento del dono siamo stati battezzati. Veni, sancteSpiritus, veni per Mariam, come questa domanda, come questo sospiro, come questo gemito accompagna, può accompagnare la nostra vita.
Vieni Spirito Santo, vieni attraverso Colei che dall’eternità è stata amata. Nessuna creatura è stata amata come Lei, nessuna creatura è stata così contenta di essere amata come Lei.
È stato anche facile perché Colui che l’amava era anche suo Figlio, era suo figlio, carne della sua carne e sangue del suo sangue, le è stato così facile di essere contenta, di essere così amata.

Che lo Spirito Santo doni anche a noi di essere contenti di essere amati, di essere così contenti così da essere grati, così in qualunque condizione il Signore ci dona, o permette che ci troviamo, in qualunque condizione la nostra riconoscenza, la nostra gratitudine… con il passar degli anni uno si pente facilmente, si addolora facilmente quando non è stato grato, quando non la gratitudine, non la gratitudine vince nell’istante, ma anche questa umiliazione diventa preghiera a Colui che solo, solo, può renderci contenti del dono, può farci godere del dono e così renderci pieni di gratitudine.