In memoria di Giulia e Massimo

Padova, 6 gennaio 2001
Basilica di Sant’Antonio – Santa messa in memoria di Giulia e Massimo

Omelia di don Giacomo Tantardini

Tre anni fa, quando lo scoppio del falò ha provocato morte e sofferenza, don Giussani diceva che era misterioso questo fatto. La parola Mistero per noi, per i cristiani, non indica un ignoto lontano, non indica un ignoto che incute paura. La parola Mistero si è resa visibile, oggi la Chiesa celebra questo avvenimento del Mistero nascosto che si è fatto visibile, visibile innanzi tutto a Maria e Giuseppe, agli occhi di queste due creature umane che per prime hanno visto Dio, Dio fatto carne in Maria.
Allora a questo Mistero reso il sorriso di un bambino, reso la presenza di un bambino che piangeva e sorrideva, a cui i Magi hanno offerto i loro doni, a questo Mistero si può dire grazie, grazie per tutte le cose che capitano nella vita: grazie di averci creato, grazie soprattutto di averci resi cristiani.
Se non avessimo ricevuto la Grazia della fede non si potrebbe neppure dire grazie veramente del dono della vita. In questo grazie, nel grazie per il tesoro della fede, (tesoro lo chiama la liturgia di oggi, il tesoro del riconoscere il Signore) proprio perché sua Grazia, proprio perché è un tesoro che ci dona Lui, in questo tesoro si può dire grazie, grazie anche del dolore che capita, grazie anche di quella cosa che del peccato è il segno più grande, della morte che del peccato originale è la conseguenza più grande.
Si può dire grazie perché questo Mistero, come ci diceva don Giussani tre anni fa, rivelandosi a noi ci dona di vivere per la sua gloria, per la gloria umana di Cristo, ci permette di vivere per Lui.
Come si chiama questa Grazia che dona all’uomo di vivere per il suo Signore, come si chiama questa Grazia che si fa vedere, che diventa Grazia umana?
L’altro giorno incontrando Giussani mi ha detto: conosci luoghi o persone che vivono la carità?
La carità è la visibilità del Mistero, è quando il Mistero si rende visibile, la carità è quando la Grazia del Signore si rende visibile, tant’è vero che è certezza di fede che senza la Grazia non ci può essere la carità. La carità è quando la Grazia, cioè il Signore, si rende visibile nel volto e nel gesto dell’uomo.
Conosci delle persone e dei luoghi? Perché poi una persona, per il riverbero di questa carità, stabilisce una dimora, stabilisce un luogo. Questo è il rendersi visibile oggi nella chiesa del Mistero, perché la carità è solo il Signore, come dice Santa Teresa in questa frase che riassume tutto il cristianesimo: Quando sono caritatevole è solo Gesù che agisce in me.

Allora quando uno vede la carità, quando uno si accorge di essere caritatevole, nei propri confronti e nei confronti del prossimo, e nei confronti anche delle persone che magari ti vogliono male, ti fanno del male e ti hanno fatto del male, così che la carità diventa perdono, uno è evidente che non è lui, è evidente che non nasce da lui, (sarebbe ultimamente artificioso il voler bene se nascesse da noi, sarebbe ultimamente impossibile un voler bene che nasce da noi) si accorge che nasce da un’altra cosa, che nasce da uno stupore e da una commozione per un’altra presenza.

La carità è la Grazia che commuove il cuore, che stupisce il cuore, allora uno commosso e stupito per questa cosa così bella (pensate ai Magi di fronte a quel bambino, commossi e stupiti per una cosa così bella) allora uno vuole bene e il cuore diventa buono e vuole bene a se stesso, e vuole bene al suo prossimo e vuole bene anche a coloro che gli fanno del male.
Per questo possiamo solo domandare la carità, domandiamo per noi la carità.
“Si vides caritatem, vides trinitatem” diceva Sant’Agostino, se vedi la carità vedi la Trinità, vedi il Mistero per quello che è perché è impossibile all’uomo la carità.
Che la Madonna ci doni la Grazia, quella Grazia che si rende visibile nel cuore buono, nel cuore caritatevole. Che la Madonna ci doni la carità, che doni la carità innanzitutto ai familiari di Giulia e di Massimo così che possano perdonare e dire grazie, perché è per la gloria umana di Cristo quello che è accaduto. Per la gloria umana vuol dire che è per quella gloria che inizia a vedersi agli occhi degli uomini qui in questo tempo, per la gloria che si vede già su questa terra.
Che possano dire grazie e possano dire perdono e che per tutti noi, per quelli che portano ancora le ferite di quel fatto, che si possa dire grazie, perché ti sei fatto vedere da noi poveri peccatori, grazie perché ci hai abbracciati, perché ci vuoi così bene.