1 MAGGIO 2010

 

È bella la prima lettura degli Atti degli Apostoli che abbiamo ascoltato. In particolare quando Paolo e Barnaba tornano ad Antiochia: “Là, dicono gli Atti, là sarebbero stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che dovevano compiere”.

Come la Chiesa è affidata alla grazia di Dio, affidata, sospesa momento per momento alla grazia di Dio: “Erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che dovevano compiere”.

Dieci anni fa proprio nella domenica 30 aprile dell’anno santo del 2000, Su Avvenire c’era un articolo, forse uno degli articoli… l’articolo più bello che don Giussani ha scritto, in cui lui diceva: “Il popolo cristiano in questo tempo è stato benedetto e confermato nell’essere sospeso alla salvezza io credo specialmente da una cosa: il santo rosario.

È stato benedetto in questo tempo il popolo cristiano, benedictus, per l’iniziativa di un altro, benedetto e confermato nell’essere sospeso alla salvezza, confermando, domandando la salvezza”.

Non si chiede la salvezza, non si domanda la felicità se non per la grazia che conferma in questo sguardo che domanda, altrimenti lo sguardo si ripiega su se stesso.

Non si rimane, non si rimane nell’attesa di essere salvati, non si rimane nell’attesa di essere voluti bene, non si rimane nella domanda della felicità se non per una grazia che conferma che inizia e conferma momento per momento questo rimanere sospesi alla salvezza, questo guardare domandando come un bambino che guarda domandando di essere voluto bene, “io credo specialmente da una cosa, il santo rosario”.

Così in questi ultimi anni come è stata sempre più evidente, sempre più evidente la semplicità di questo giudizio: “Io credo specialmente da una cosa”, non esclude nulla, ma “specialmente da un cosa: il santo rosario”, specialmente nell’umiltà di ripetere le cose più semplici, le cose più semplici e essenziali della preghiera cristiana: il Padre nostro e l’Ave Maria, soprattutto l’Ave Maria, venga per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte amen.

Io credo specialmente da una cosa, sia benedetto, benedetti, cioè colmati sostenuti e abbracciati da questa grazia, che siate confermati nel desiderare di essere di nuovo, di nuovo abbracciati da questa grazia, confermati nell’essere sospesi, nel guardare domandando la salvezza, “io specialmente da una cosa: il santo rosario”.

Così le parole che in fondo in questi dieci anni ci hanno accompagnato sono quelle di sant’Alfonso Maria Liguori nell’espressione diffusa in tante parti della Chiesa anche per il libretto Chi prega si salva, questa espressione di sant’Alfonso Maria Liguori, “chi prega si salva”, e “chi si confessa bene diventa santo”.

E così dopo la comunione ascolteremo queste parole, anche queste di sant’Alfonso Maria Liguori: “O bella la mia speranza, dolce amor di Dio, Maria, tu sei la vita mia, la pace mia sei tu”.