“Resurrexi et adhuc tecum sum”, così inizia la liturgia di Pasqua: “Sono risorto e sono ancora con te”.
Così Gesù alla sua Chiesa: “Sono risorto e sono ancora con te”. E così è rimasto nel suo corpo risorto, è rimasto tra noi sotto il velo, come cantiamo: sotto quel bianco velo, sotto il velo, o meglio, l’apparenza, come dice la teologia della Chiesa, sotto le apparenze del pane e del vino.
Ciò che si vede, ciò che si vede è il pane e il vino. Sotto le apparenze del pane e del vino è presente il corpo, il sangue, l’anima e la divinità di Gesù. Le apparenze sono quelle del pane e del vino, la realtà, la sostanza, dice ancora il catechismo della Chiesa, la sostanza è il corpo e il sangue, l’anima e la divinità di Gesù.
È presente Lui, è presente Lui come glorioso e risorto e in Paradiso.
È presente Lui nel suo corpo e nel suo sangue, è presente nella sua umanità, quell’umanità gloriosa, quell’umanità che gli ha dato sua madre Maria. “Resurrexi et adhuc tecum sum”.
E così come nelle vie di Palestina, come quando compiva i miracoli e guariva quelli che avevano bisogno di Lui, come quando ha moltiplicato i pani per cinquemila persone, così è presente, anche presente nella potenza della sua risurrezione, così possiamo ringraziarlo per le grazie e i miracoli che ha compiuto e compie, così possiamo domandare di rinnovare per noi la sua grazia e i suoi miracoli.