29 GIUGNO 2010

“Su questa pietra io edificherò la mia Chiesa”.

Su questa pietra che è la fede di Pietro, la fede che Pietro ha riconosciuto, la fede che a Pietro è stata data in dono: “Beato sei tu, Simone, perché né la carne né il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. Ed io dico a te: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. “La mia Chiesa”, dice Gesù, e poi: “Edificherò”, la edifica, la edifica personalmente Lui, sulla grazia della fede che il Padre dona: “Edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”.

La edifica Lui personalmente la sua Chiesa, la edifica con la sua grazia, la edifica con il suo sangue questa Chiesa di poveri peccatori, il suo sangue la rende immacolata, da persone macchiate dai peccati, immacolata, la edifica immacolata, senza macchia: così dice sant’Ambrogio: “ex maculatis immacolata”.

Solo Maria è stata immacolata dal primo istante, tutti gli altri sono stati inquinati dal peccato. Ebbene da questi poveri peccatori, da questi poveri peccatori, macchiati dal peccato Lui personalmente con la sua grazia, con il suo sangue, li rende santi e immacolati. La edifica con la sua grazia, cioè con i suoi sacramenti, con i gesti suoi nel tempo presente che sono i suoi sacramenti. La edifica e la costruisce e la protegge e la tiene vicina a sé come il pastore la pecorella che senza di Lui sempre smarrisce, la tiene vicina a sé non solo con la sua grazia, ma anche con i suoi miracoli come abbiamo ascoltato nella prima lettura, quando Pietro per miracolo è stato liberato dal carcere.

Così personalmente continua a edificare la sua Chiesa, fino al giorno in cui verrà glorioso quando a tutti sarà evidente “il mio Dio, il mio Signore”.