5 FEBBRAIO 2011

 

Il brano di san Paolo che abbiamo ascoltato è uno dei brani dell’apostolo Paolo che più mi è vicino, più conforta la mia vita, che più d’altri descrive quello che il Signore, la grazia che il Signore ha dato alla mia vita: “Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione”, e questo si impara, si impara negli anni perché magari quando si è giovani non si ha la grazia di questa, di questa debolezza e di questo “timore e trepidazione”.

E poi aggiunge: “La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito Santo e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio”.

Questo credo che sia stata la grazia non la grazia più grande – perché la grazia più grande rimane, per ogni fedele rimane il Santo Battesimo in cui il Signore ci rende liberi donandoci, donandoci per pura grazia la fede, la speranza e la pienezza della carità – ma certamente, poi, il momento che io ricordo come decisivo della mia vita, quando nel maggio del ’78 questa cosa, questa cosa mi è stata evidente, evidente che non si trattava di discorsi persuasivi, ma si trattava di indicare là dove il Signore operava.

Significava solo di indicare quello, poi, poi gli anni della vita hanno reso questo di una evidenza come il sole manda la luce, ma in fondo allora capii tutto questo: che non si trattava di inventare niente, che non si trattava di inventare dei discorsi per annunciare, per annunciare il cristianesimo.

Dopo, dopo mi sarebbe stato chiarissimo che si trattava di ripetere semplicemente le formule, le formule che gli apostoli hanno consegnato, e che adesso canteremo nel Credo, e di indicare, e di indicare dove quella presenza, il cui nome veniva pronunciato, quella presenza operava, indicare dove operava, perché si tratta solo di questo: “È vero perché opera”, perché agisce, indicare dove agiva, così, così “la mia parola, la mia predicazione non si basava su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione”, resa evidente, “sulla manifestazione dello Spirito Santo”, cioè della sua attrattiva, della dolcezza del suo amore, l’amore dello Spirito Santo è la sua carità, è “l’attrattiva Gesù”, così che la fede non fosse basata sulla sapienza umana, la fede non fosse basata su quello che produciamo e facciamo noi, su quello che pensiamo noi, ma sulla potenza di Dio, su quello che Lui opera agendo.

E così tutta la vita diventa, diventa, per usare un’immagine che, secondo me, non ha equivalente, l’immagine di sant’Agostino, diventa il camminare, il camminare della semplicità della richiesta, il camminare dentro la semplicità della tradizione e guardare i miracoli che il Signore compie nel rendere buona la vita dei suoi fedeli, di guardare le cose buone, cioè quello che il Signore compie, quello che il Signore compie abbracciando la libertà, la fragile e tenue libertà nostra, così che, abbracciata, abbracciata, compia opere buone, “e vedano le vostre opere buone”, che sono di una libertà abbracciata: sono veramente nostre perché sono veramente della sua grazia.

Non c’è nulla di nostro come l’essere amati, non c’è nulla di veramente nostro come essere abbracciati, così sono veramente nostre le opere buone perché sono di Lui che ci abbraccia, di Lui che ci ama, che non si può amare se non si è amati e non si può essere buoni o essere giusti se Lui non rende il cuore buono e giusto, così che “la vostra fede, la vostra fede”, sia la mia che la vostra, “fosse fondata sulla potenza di Dio” che è Gesù Cristo.