SANTISSIMA TRINITÀ

GiacomoMessaDal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io so­no con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».


OMELIA

sabato 6 giugno 2009 [Scarica]

Celebriamo oggi, dopo che si è concluso il tempo della santa Pasqua, celebriamo oggi il mistero della vita stessa di Dio, della vita che c’è stata rivelata, che ci è stata fatta vedere da Gesù e dal dono dello Spirito Santo che Gesù ha donato.
Celebriamo il mistero di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, quel mistero che la ragione dell’uomo non può raggiungere, che solo il Figlio unigenito, che solo Gesù ci ha rivelato.
La lettera di Paolo si concludeva dicendo: “E se siamo figli siamo anche eredi, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenza…”
Come è bello questo “prendere parte alle sue sofferenze”, condividere le sue sofferenze, quelle che Lui ha patito per noi, intra tua vulnera asconde me, nelle tue ferite nascondimi.
Le sue sofferenze… e quando il Signore dona Lui di prendere parte alle sue sofferenze innanzi tutto è la gioia che Lui si ricorda di noi.
Lo pensavo rileggendo l’articolo di 30Giorni su santa Rita. Quando il Signore il Venerdì Santo le ha donato nella sua carne, nella fronte, una sua spina, quella spina è rimasta spina di dolore, e infatti ha provocato dolore nel fianco nei quindici anni che l’ha portata in vita. E innanzi tutto era per lei, è stato per lei il segno che le ha voluto bene.
E prevale questo, prevale questo.
Quando il Signore si ricorda, e quando il Signore rende evidente che si ricorda di noi, e quando il Signore rende evidente che ci guarda e ci vuole bene, prevale questo, prevale il fatto che ci guarda, che ci abbraccia, che ci vuol bene.

Volevo oggi soltanto dire un aspetto, dire un aspetto di questa sua gloria, di questa gloria in cui il Mistero della Trinità si rende visibile.
La gloria è la visibilità del Mistero di Dio, la gloria è quando il Mistero di Dio si rende visibile qui sulla terra.
C’è una cosa che in questi anni, più di tutte mi ha confortato. La modalità della gloria è diversa, e in questi anni uno dei segni di questa gloria che più ha confortato e accompagnato la mia vita è stato il silenzio.
Il silenzio.
Lo pensavo sabato scorso perché dopo la messa c’erano delle persone che parlavano. Il silenzio, il silenzio in chiesa, rispettare il silenzio in chiesa.
I genitori stiano vicino ai bambini piccoli perché vedendoli pregare possono rimanere in silenzio e magari quando i bambini diventano un po’ più grandi magari di dieci, undici, dodici anni che parlano di più, magari la carità di stare vicino, perché se i genitori stanno insieme a loro anche i bambini di undici dodici anni possono imparare a fare silenzio.
Come la gloria del Signore si è resa visibile in questi anni in questo silenzio, nel fare silenzio in chiesa, la memoria del Signore, riempie di silenzio o come domanda che Lui agisca o come stupore perché Lui agisce o come gratitudine perché Lui agisce.

Chiediamo al Signore in questa santa messa, chiediamo al Signore che in questa basilica questo segno della sua gloria, questo segno della sua gloria che, ripeto, è o gemito perché Lui agisca o è gratitudine perché Lui sta agendo, che questo segno della sua gloria che è il silenzio sia per sua grazia, sia per sua grazia sempre più evidente, sempre più evidente.
I bambini imparano questo, imparano queste cose, che si entra in chiesa in silenzio, imparano a mandare il bacio a Gesù che è nel tabernacolo, imparano queste cose e anche quando poi diventano un po’ più grandicelli magari fanno silenzio quando entrano in chiesa, ma se i genitori testimoniano questa preghiera di domanda e di gratitudine, questa preghiera, perché il cuore lo tocca soltanto il Signore.

Il silenzio è in qualche modo la sintesi del cuore dell’uomo quando il Signore lo tocca e lo abbraccia.