Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
OMELIA – 7-marzo 1998
Nella liturgia della Chiesa di Roma del Rito Romano, tutti gli anni. la seconda domenica di quaresima, si legge il fatto della trasfigurazione del Signore: quando Gesù prese con sé i tre apostoli a cui voleva più bene Pietro, Giovanni e Giacomo, e sul monte mentre pregava, si trasfigurò davanti a loro.
Questo, innanzitutto io credo che voglia, che voglia suggerire che per camminare nella vita cristiana, la cosa che ci fa camminare nella vita cristiana è il miracolo.
E che all’inizio della quaresima la Chiesa ci ricordi questo, questo momento di pura grazia, di puro miracolo per Pietro, per Giacomo e per Giovanni, questo momento in cui sono stati contenti di essere lì ( tanto è vero che, senza sapere neppure che cosa dicevano, però Pietro, dice è bello, è una cosa bella stare qui, è una cosa bella essere qui, rimaniamo qui), è il miracolo, è l’esperienza del miracolo il conforto per camminare, è l’esperienza, è l’esperienza che è una cosa bella, che seguire il Signore, è una cosa bella.
Questo come orizzonte di tutta la vita cristiana.
Ma per essere di tutta la vita c’è bisogno di alcuni momenti in cui uno proprio tocca con mano che è una cosa bella, perché l’uomo è fatto così. L’uomo perché, perché in tutta la vita come orizzonte , proprio questo orizzonte di speranza ha bisogno di alcuni momenti, di alcune cose, di alcuni gesti, di alcuni fatti, in cui più semplicemente prima di ogni riflessione, in cui semplicemente si accorge che è bello, che è una cosa bella; il seguire il Signore è una cosa bella, e stare col Signore è una cosa bella, che è bello stare qui, che è proprio un conforto, un riposo.
E’ in forza di questi momenti che si cammina, non perché uno, non perché uno fa il proposito di camminare, ma perché questi momenti, è come, è come se si depositano nel cuore, e anche se uno poi non ci pensa, ma, ma destano, come dire, confortano e abbracciano la vita e portano la vita.
Non è che uno ci pensa sempre, cosi come dice il salmo “Ascolta Signore la mia voce, io grido abbi pietà di me, rispondimi “, questo si può dire sempre, ma se non si è fatta esperienza che è una cosa bella stare con il Signore, non si dice.
Anche per avere coscienza del peccato, bisogna avere fatto esperienza e fare esperienza che è una cosa bella, perché Pietro si è messo a piangere non quando lo ha tradito, ma quando Gesù lo ha guardato. E come lo ha guardato quella volta era una cosa molto più bella di come lo ha guardato la prima volta. E Pietro per tutta la vita si è ricordato la prima volta di quando suo fratello Andrea lo ha portato da Gesù, la prima volta che Gesù lo ha guardato; per tutti quei tre anni, quel primo sguardo non se l’era più dimenticato, ma lo sguardo dopo il tradimento era mille volte più bello.
E la gratitudine che ha avuto nel cuore, quando è stato guardato dopo che l’ha tradito, era infinitamente più grande della gratitudine del primo inizio perché allora non sapeva bene , lì, lì invece l’aveva tradito ed era stato abbracciato di nuovo.
C’è un gratitudine nel perdono, c’è una bellezza nel perdono che è infinitamente più grande che non la bellezza e la gratitudine dell’inizio, è più umana, è più, è più un abbraccio che ci abbraccia tutto, che non lascia fuori niente.
“Dio abbi pietà di me, rispondimi, di te ha detto il mio cuore cercate il Suo volto”, il cuore di ogni uomo dice così, cercate il Suo volto, vuole vedere la sua felicità , vuole vedere questa cosa bella, “Signore, io cerco, non nascondermi il tuo volto”.
Che la Madonna, che ha vissuto tutta la vita guardando questo volto, questo volto a cui aveva dato Lei carne e sangue, che aveva, che aveva portato Lei nel suo ventre per nove mesi , che la Madonna, che ha vissuto tutta la vita e vive ora guardando questo volto, ci voglia bene.