5 SETTEMBRE 2010

“Così, chiunque di voi non rinuncia ai propri averi, non può essere mio discepolo”.

Come è possibile rinunciare a tutto ciò che uno ha?

Prima Gesù aveva detto “persino alla propria vita”. Come è possibile amare la sua presenza più della nostra vita? Non è possibile a noi se non perché il Signore, il Signore ci ha dato anche più della nostra vita.

Non è possibile, non è possibile all’uomo se non per iniziativa sua.

Come è bello quando Dante, descrivendo i primi che seguono Francesco, ripete la parola “piacere”: “Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro dietro a lo sposo, sì la sposa piace”. Come piaceva quell’attrattiva cui correva dietro Francesco, era quella attrattiva, era quel piacere, per cui Francesco correva, era quel piacere che attirava altri a correre dietro Francesco, “sì la sposa piace”, è per un piacere immediato, è per un piacere più dilettevole che si abbandona tutto per seguire il Signore.

Ma anche questo punto, anche questo punto, quando il cuore è attratto e commosso, se c’è il cuore c’è tutto, se c’è il cuore commosso e attratto, anche se uno dà solo una parte delle sue cose, persino Zaccheo ha dato la metà, anche Zaccheo non ha dato tutto, ma essendo il cuore commosso, essendo il cuore pieno di gioia, quando è sceso perché guardato: “Zaccheo vengo a mangiare a casa tua”, è sceso pieno di gioia.

Quando c’è il cuore c’è tutto.

Al cuore commosso, al cuore che non possiamo commuovere noi, al cuore che solo la sua grazia può commuovere, quando c’è il cuore commosso, non basta nulla al cuore, quando c’è il cuore possiamo donare anche tutto, qualcuno può dare una piccola cosa, ma quando il cuore è commosso c’è tutto.

Così, così si incomincia a diventare suoi discepoli. Mi ha colpito qualche giorno fa quando sono andato ad Assisi, per la prima volta…. sono stato molte volte ad Assisi, ma per la prima volta sono entrato nella casa di Francesco, sulla casa di Francesco è stata costruita una cappella, ma alcune parti sono rimaste,… e c’era scritta una frase del testamento di Francesco che diceva: “Quando ero ancora nei peccati, il Signore con la sua grazia mi ha donato di incominciare a convertirmi”.

Come era bello quell’ “incominciare”, incomincare a convertirmi. “Quando ero ancora nei peccati il Signore con la sua grazia mi ha donato di incomincare….”.

Si incomincia, si incomincia, si incomincia se quella grazia si rinnova, anche quell’inizio… si incomincia a convertirsi, si incomincia ad essere suo discepolo, si incomincia, e quando quell’inizio si rinnova, la commozione dell’inizio si rinnova, è sempre più semplice, sempre più vicino, è sempre un piacere corrergli dietro: quando ero ancora nei peccati il Signore con la sua grazia mi ha donato di iniziare, di incominciare a convertirmi.