2 OTTOBRE 2010

 

Quando ho letto l’inizio di questo Vangelo, alla domanda degli apostoli, così bella: “Accresci in noi la fede”, e alla risposta di Gesù: “Se aveste fede quanto un granellino di senape, potreste dire a questa pianta: sradicati e vatti a gettare nel mare immenso”, proprio per questo mi è venuta in mente la frase dell’apostolo, la frase di Paolo nell’Inno della carità: se avessi la fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. Se avessi questo dono della fede, la fede che compie i miracoli e non avessi la carità, non sono nulla.

Allora mi è venuto in mente come è bello, come la carità è la pienezza della grazia di Dio che abbraccia, che abbraccia, sostiene il cuore. Allora mi è venuto in mente come è bello quando si battezzano i bambini piccoli perché non hanno, non hanno questa fede che compie i miracoli, hanno il dono della fede del battesimo, ma non questa fede che compie i miracoli, eppure hanno la pienezza della carità e la pienezza della carità compie, se si avesse la fede che fa i miracoli e non si avesse la carità, non si fosse in grazia di Dio, ho la fede, ma io non sono nulla.

Sant’Agostino commenta: l’apostolo dice che la fede che compie i miracoli è nulla, però la fede che compie i miracoli è un grande dono, ma io senza la carità io non sono nulla. È un potere grande, ma senza la carità non giova, non giova alla felicità, alla felicità presente, che è la felicità eterna, non giova per andare in Paradiso. Come è importante, come è importante e decisiva, come unica cosa decisiva, che non esclude altri doni, ma che abbraccia e mi rende bene, mi rende umile, mi fa giovare alla felicità del cuore.

Come è importante la carità, come è importante, come è decisivo rimanere in grazia di Dio.

Così vivendo in grazia di Dio, vivendo in grazia di Dio, allora, allora accade, senza magari che uno se ne accorga, allora accade come nella preghiera che abbiamo letto all’inizio della messa, allora accade quello che la preghiera dice: O Dio che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito: effondi su di noi la tua misericordia, effondi su di noi, perché è un dono speciale la grazia di rimanere in grazia, il rimanere in grazia e non cadere in peccato mortale è un dono speciale della grazia.

Non basta, se il Signore non dona la sua misericordia, non custodisce il suo popolo, non custodisce il dono ricevuto, come abbiamo ascoltato nella lettera di san Paolo, con l’aiuto dello Spirito Santo. Effondi su di noi la tua misericordia, perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi tu ciò che la preghiera non osa sperare.

Come è bella l’ultima domanda: aggiungi, aggiungi tu ciò che la preghiera non osa sperare.

Come Dante dice della Madonna: “La tua preghiera non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre”. Anche per questo vi invito tutti, secondo le possibilità, tutti a partecipare domani a questo piccolo pellegrinaggio al santuario della Madonna del Santo Rosario dove è sepolta Cecilia Eusebi.

Ieri era l’anniversario della nascita in cielo di Cecilia, è morta il primo ottobre del 1928, quando è stato riconosciuto il miracolo, quando la Santa Chiesa la riconoscerà beata, nel giorno, nel giorno stesso di santa Teresina del Bambin Gesù, ci sarà anche la memoria della sua nascita in cielo. Ecco, invito tutti, invito tutti, secondo le possibilità, domani sera celebreremo la messa, la messa alle ore 19, alle 19,30. Alle 19 reciteremo il rosario, alle 19,30 celebriamo la messa così che la Madonna, regina delle vittorie e così che i santi, i santi che ci sono più vicini in Paradiso, ci siano così vicini sulla terra da aggiungere loro nella preghiera ciò che la nostra povera preghiera non osa sperare.