6 GENNAIO 2011

“Entrati nella grotta videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono”.

”Adorare” vuol dire, vuol dire “mettersi in ginocchio”, “prostrati, lo adorarono”, adorare vuol dire anche baciare, vuol dire mandare un bacio, così oggi facciamo la comunione in ginocchio come un tempo nella Santa Chiesa si è fatto.

È un segno piccolo, quello di mettersi in ginocchio, è un segno che corrisponde a quanto il catechismo dice riguardo alla comunione.

La seconda condizione per fare una buona comunione è pensare, sapere e pensare chi si va a ricevere, dice di mettersi in ginocchio davanti al Signore. “In quell’ostia consacrata sei presente, Gesù mio, vero uomo e vero Dio, nostro amabile salvatore”. Così questo gesto ripete, ripete il gesto dei Magi, che si sono messi in ginocchio davanti a quel bambino. Hanno adorato Dio nella carne, in Lui abita corporalmente la pienezza di Dio.

Così, sotto le specie del pane e del vino, adoriamo la sua stessa presenza, la presenza di Gesù, “Sei presente, Gesù mio”.

La prima condizione che si deve avere per fare una buona comunione, è la grazia di Dio. Chi non è in grazia di Dio mangia e beve la propria condanna, dice l’apostolo san Paolo. Così con questo gesto di metterci in ginocchio chiediamo a Lui la grazia di essere in grazia di Dio.

Così questo gesto di mettersi in ginocchio richiama il gesto dei Magi e le due condizioni, le due condizioni per fare la comunione.

Primo, essere in grazia di Dio, così che possiamo essere baciati, essere abbracciati, “Suscipe me, porta me, prendimi in braccio”, secondo sapere chi andiamo a ricevere.

Ti preghiamo Gesù, vero Dio e vero uomo, nostro amabile, amabile salvatore.