12 FEBBRAIO 2011

 

… quando si acconsente al desiderio cattivo, allora è evidente che occorre un altro piacere ed è bello il versetto del Siracide che abbiamo ascoltato che dice: “Davanti agli uomini sono la vita e la morte, il bene e il male: a ognuno sarà dato secondo ciò che a lui piacerà”.

Come allora occorre un altro piacere, un’altra attrattiva che desti un altro desiderio che desti il desiderio buono.

Occorre l’attrattiva della sua grazia perché non vinca il desiderio cattivo.

Per non acconsentire al desiderio cattivo occorre un’attrattiva più immediata e più piacevole. Così Tommaso d’Aquino definisce la carità: la carità è quella attrattiva più immediata e più piacevole del desiderio cattivo.

In questi giorni nel breviario c’è una lettura bellissima che fa parte del primo millennio, che riguardava la stella, che diceva: “Allora domandiamo la carità, domandiamo al Signore questo piacere più immediato e più piacevole, domandiamo al Signore la carità, domandiamola a Colui al quale senza la carità non possiamo piacere, a colui senza del quale non possiamo fare nulla”.

Come è bella questa espressione! Domandiamo l’attrattiva della grazia, l’attrattiva della carità a Colui al quale senza questa attrattiva, senza questo volergli bene, senza questo essere attratto da Lui e andare a Lui, volendogli bene, cioè lasciandosi attrarre, senza la carità, nulla (al Signore) piace, a Colui senza del quale, senza della cui presenza, senza la cui attrattiva noi non possiamo fare niente.